Nica Mammì
Lucana di nascita e torinese di adozione, sono giornalista pubblicista e collaboro con la casa editrice torinese Saperepopolare.com, specializzata in e-books sulla cultura popolare e la diffusione di buone pratiche di vita. Ho sviluppato una passione senza freni per la bicicletta, non solo come mezzo di trasporto ma anche come strumento culturale di cambiamento ed emancipazione, con particolare attenzione verso il mondo femminile, esprimendo la mia ricerca nel mio blog Pensieri e a(v)volte parole: come sbarcare il lunario nella crisi. Insegnante di italiano per stranieri precaria, anzi precarissima, storica, nonché studiosa dei fenomeni di immigrazione interna italiana e straniera, ho lavorato presso le biblioteche civiche torinesi occupandomi di catalogazione e attività culturali, ora credo di essere pronta per cominciare il mio primo lungo viaggio in bicicletta attraverso la nuova Italia che lavora. Non sarò sola, ad accompagnarmi le storie di alcune donne che hanno fatto la storia della bicicletta in Italia e nel mondo, la mia coppetta mestruale, la mia bici naturalmente, e il mio fido compagno di vita e di viaggio, senza il quale non potrei fare tutto ciò,
Il suonicista randagio torinese, dopo anni di tournée con il canonico furgone (Abesibé, Modena City Ramblers, BandaKadabra) ma anche con un carro di Tespi di Commedia dell’Arte tirato da due cavalle, ha scelto di adottare il cavallo d’acciaio, la bicicletta, completando la trasformazione in giullare del XXI secolo (o, come direbbero gli Occitani, un Contador!). Collaborando con associazioni come Città Possibile e Bike Pride (#Salvaiciclisti) si confronta fin dal viaggio con le trasformazioni e la (de)evoluzione di un territorio in cerca di nuova identità, in tour come la CicloPoEtica, la BiciNuragica e 2 Ruote di Resistenza. Usa come strumento di accompagnamento l’organetto diatonico, compagno di viaggio dei migranti di mezzo mondo, con cui ha inciso con artisti internazionali e composto colonne sonore (FryDa, Perturbazione, Fernando Saunders). È ora partito Alla ricerca del popolo che manca, seguendo la lezione di Nuto Revelli, a fianco della giornalista e storica Nica Mammì.
Entrambi provenienti dalla massacrante ma stimolante esperienza di ciclisti urbani, abbiamo scelto di riconoscerci nel nome Bike Partisans, che ci accompagnerà in questo viaggio, perché crediamo che in un Paese ancora dominato dall’auto la scelta della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano sia una scelta partigiana, resistente, come resistenti sono le storie che incontriamo e raccontiamo.
Tanto per non farci mancare nulla, ci siamo fatti costruire le biciclette su misura da Boeris Bikes di Peter Boeris, un eccezionale artigiano delle biciclette che ha il suo negozio in Torino, Strada Comunale di Mirafiori, 2.
che forti questi due!
dueperdue, individui di ruote e passioni, incontenibili